Mt 22,1-6
Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Dal messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria 2024
Sappiamo che lo zelo missionario nei primi cristiani aveva una forte dimensione escatologica. Sentivano l’urgenza dell’annuncio del Vangelo. Anche oggi è importante tener presente tale prospettiva, perché essa ci aiuta ad evangelizzare con la gioia di chi sa che «il Signore è vicino» e con la speranza di chi è proteso alla meta, quando saremo tutti con Cristo al suo banchetto nuziale nel Regno di Dio. Mentre dunque il mondo propone i vari “banchetti” del consumismo, del
benessere egoistico, dell’accumulo, dell’individualismo, il Vangelo chiama tutti al banchetto divino dove regnano la gioia, la condivisione, la giustizia, la fraternità, nella comunione con Dio e con gli altri.
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Racconto di Carla:
ASCOLTARE, CONOSCERE, CONDIVIDERE … a Kami in Bolivia
Durante il viaggio a Kami, nel dipartimento di Cochabamba in Bolivia, ho portato con me la volontà di rendermi utile in qualche modo e mi sono presto resa conto che l’esperienza di “Missione” può avere tanti significati. Ho dovuto abituarmi a lasciarmi trasformare nel profondo e passare dall’ansia di essere, alla certezza dell’esserci e alla consapevolezza di farmi guidare e guardare con occhi diversi ciò che mi circondava. Ǫuesto ha comportato il lasciare da parte lo stile di pensiero e gli schemi in cui vivo quotidianamente, per sperimentare un modo di vivere diverso, fatto di ascolto, attesa, conoscenza, condivisione e riflessione.
Nel magnifico scenario delle Ande, si innesta una delle realtà di vita più difficili: la mina, ossia la miniera. Difficile è convincere la popolazione a riscattarsi da questo sfruttamento. La maggior parte delle famiglie vive dell’estrazione del tungsteno. Gli uomini iniziano a lavorarci fin da bambini, ma le polveri, l’aria irrespirabile e l’umidità, li condannano ad una vita breve. Le conseguenze sono madri sole, con bambini da crescere, che rischiano di prendere la stessa strada dei padri. Kami è anche questo. La mina promette una prospettiva di guadagno così immediata, che molti non riescono a concepire l’idea che possa esserci un’ alternativa. Educare la comunità all’idea di un futuro migliore è un traguardo a cui la missione lavora da anni, che ha già dato dei frutti, grazie alla creazione di lavoro nella centrale idroelettrica, alle aziende agricole, alla scuola, ai laboratori. Ǫuesti progetti mirano a crescere, ma serve una presa di coscienza da parte delle persone autoctone e il coraggio di voler cambiare vita.
Una vocazione, incarnata dai missionari salesiani, tra cui padre Serafino Chiesa, di Santo Stefano Roero: dare la vita per dare speranza e un futuro migliore alle persone. Dare la vita per permettere a una comunità di camminare con le proprie gambe, di costruire il proprio futuro, senza più dipendere dallo sfruttamento delle potenze economiche corrotte. Guardando Padre Serafino e tutto ciò che ha saputo costruire a Kami insieme ai volontari, ho potuto sentire cosa significhi avere una vocazione. Pensare che una persona sia disposta a partire, per andare dall’altra parte del mondo, lontano dalla famiglia, senza agiatezze, e isolata su una montagna a 4000 metri; per più di trent’anni … sembra quasi un’utopia. Eppure questo esempio infonde speranza e ammirazione, perché nonostante le difficoltà e i momenti di sconforto, si può trovare qualcosa da cui ripartire, un’idea da far fiorire, coltivare progetti ambiziosi, alti, fertili anche in una terra difficile. Ǫuale missione più bella se non quella di creare reti di rapporti umani con mani che si uniscono per realizzare progetti di vita migliori. Mi piace paragonare queste persone che vivono la missione al granello di senape: da una piccola risorsa può crescere un grande albero su cui tante persone possono trovare riparo. È un messaggio di speranza, perché tanti piccoli granelli insieme possono fare molto.