Diverse tra loro, ma sempre per essere adatte allo stile di vita della gente nomade: sulle barche, sui pascoli, nelle tende, assieme alle famiglie. Secondo un’esperienza che negli anni è via via maturata, e di cui si colgono ora già parecchi frutti, come gli insegnanti zingari che crescono nella responsabilità della animazione. Come contribuire>>
Cura questo progetto don Renato Rosso
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“[… ]Per questo motivo mi sono interessato dell’educazione. Non sono io a portare avanti questo impegno direttamente; ho messo in piedi piccole strutture sociali – educative, che coinvolgono i nomadi, e che loro gestiscono svolgendo. in prima persona il lavoro. Si tratta di “scuolette”.
Al momento presente, le scuole presenti tra questi fratelli in India e in Bangladesh sono alcune centinaia. “Questi sono i segni dell’amicizia. lo visito le scuole di tanto in tanto, ma questo non mi impedisce di vivere la mia vita normale di presenza tra un gruppo e l’altro, per un certo periodo di tempo. Si può dire che questo sia attività pastorale? Certamente è un’attività pastorale incompleta, ma è l’unica che può esistere tra questi fratelli”.
In molti paesi è proibito il proselitismo ma per don Renato la presenza ha un significato pieno: “Se riesco ad aiutare qualche musulmano o hindu a diventare più misericordioso, meno violento, ad amare di più il suo prossimo, a rispettare i diritti degli altri, specialmente quelli delle donne e dei bambini, tutto questo io lo chiamo evangelizzazione”.